martedì 19 aprile 2016

RESEGONE: DA ERVE AL RIFUGIO ALPINISTI MONZESI


SENTIERO: E
TEMPO MEDIO DI ASCENSIONE 1:45 - 2:00
TEMPO MEDIO DI DISCESA: 1:30
ALTITUDINE MASSIMA  1173 M 
RIFUGIO DI RIFERIMENTO: CAPANNA ALPINISTI MONZESI (CAPANNA MONZA) - APERTO MERCOLEDì E NEI WEEK END TUTTO L'ANNO E SEMPRE APERTO NEI MESI ESTIVI
PERIODO CONSIGLIATO: TUTTO L'ANNO TRANNE I MESI INVERNALI PIU' RIGIDI E NEVOSI (NEI MESI ESTIVI MOLTO FREQUENTATO)
CONSIGLI ULTERIORI: portate calze di ricambio se fate la salita nei mesi primaverili, non è carino restare tutto il giorno con i piedi zuppi d'acqua se si cade in una delle pozze del torrente.


Dopo una pausa invernale dedicata a fare altro e ad espiare i nostri peccati siamo tornati sulle tracce di qualche itinerario per principianti.
Lo sapete, un dio ci apparve anni fa, sotto forma di Muflone argentato e ci intimò di portare il verbo della montagna anche a voi, che passate la vostra vita tra i colesterolici agi della città.

Arriva la primavera, il vostro tasso glicemico ha portato il vostro medico al collasso, siete più gottosi di un monarca del cinquecento spagnolo e la vostra partner teme di sprofondare tra i vostri rotoli nel momento della coccola serale (o quello che fate voi, non ci importa). E' giunta l'ora della vostra trasformazione annuale.
Ora che i fiori sbocciano, le gemme imperlano i rami e gli animali d'ogni sorta preparano le danze dell'amore, anche il vostro istinto primordiale di barbaro guerriero nordico si risveglia dal torpore metropolitano bramoso di calcare nuovi arditi sentieri tra le vette.
Ovvio, non è che siete proprio allenati come un tempo, quando, doppiavate, madidi di maschio sudore, i tempi indicati sulle segnaletiche (nel senso che ci mettevate il doppio del tempo).
L'itinerario che ti proponiamo è quello che fa per te.
Unisce il bello di una passeggiata a contatto con la natura, allo sforzo non esagerato della prima uscita, alla bellezza petrarchescha del veder chiare dolci e freche acque, non fingete di avermi capito, tanto ormai l'ignoranza è sdoganata, piuttosto, preparate lo zainetto con l'occorrente come vi abbiamo insegnato nei post precedenti e gambe in spalla.

Settate l'apparecchio di localizzazione geosatellitare sull'abitato di ERVE, piccolo centro sopra Calolzio Corte, in provincia di Lecco.
Arrivati che sarete al paese, attraversato un bellissimo canion tra le montagne cerca posto in uno dei molteplici parcheggi che troverete costeggiando il torrente. Non vi potete perdere, la strada asfaltata termina all'attacco del sentiero quindi non ci sono possibilità di errore, se sei fortunato, o se decidi di salire in settimana potresti addirittura trovare parcheggio a ridosso ponticello che segna l'inizio del tuo percorso per i monti.
Subito oltre il ponte, che come sapete divide la città dall'avventuroso mondo della natura selvaggia e sempreverde, si inerpica una strada carrozzabile chiusa al traffico ma dove puoi ancora trovare qualche mezzo agricolo in discesa o in salita.

La strada costeggia un torrente che via via lambisce sempre più i vostri piedi e che, giunti nei pressi di una casa bianca che porta nome di rifugio due camosci dovrete guadare come faceva Indiana Jones in uno di quei film che vi siete guardati per la millesima volta a casa questo inverno mentre ingoiavate patatine e tracannando bevande gassate.

Il guado del torrente non presenta  alcuna difficoltà né qui né le presenterà le successive sei o sette volte che vi capiterà di farlo durate la salita quindi non ve la menate, non fate selfie e non andate a fare i bulli di quartiere. Un solo consiglio serio, se salite con cani fate attenzione, le pozze più in basso e più in alto sono un goloso gioco per i quadrupedi domestici ma in alcuni casi, soprattutto a primavera è difficile uscirne e spesso ci si deve passare una buona mezz'ora per estrarre Fufi dal suo bidet.
Passato che avrete il guado della vita, troverete che la mulattiera che sin qui vi ha accompagnati si riduce alle dimensioni di un vero e proprio sentiero che si inerpica tra i boschi, passando vicino ad una fonte d'acqua e a piccole costruzioni che fungono da rimesse per i contadini che hanno campi in quelle zone.
Nelle giornate di primavera da qui si incontrano bellissimi esemplari di salamandra, occhio a non schiacciarle ed evitate che Fufi (ma che cazzarola ve lo siete portati dietro a fare se non lo sapete tenere?) nel tentativo di fare una strage non caschi nel ruscelletto di cui sopra.

Il sentiero non presenta alcuna difficoltà ma spesso è molto fangoso e umidiccio (se così non fosse col cavolo che trovavi le salamandre!) quindi ti può capitare di fare qualche mezzo scivolone ma non ti preoccupare il pregiato lardo che ti è cresciuto nei mesi invernali intorno alla vita e sui glutei attutirà qualunque urto.
Dopo alcuni minuti di cammino vi troverete ad un bivio che indica il rifugio Alpinisti Monzesi meglio conosciuta come Capanna Monza.
Il sentiero N° 11 come potete osservare procede in entrambe le direzioni del bivio se proseguite dritto farete il sentiero della Sorgente san Carlo (oggetto di questo post), se deciderete di prendere la variante indicata come Pra De Rat arriverete comunque a destinazione ma sappiate che per una buona mezz'ora il sentiero è ripidissimo e molto impegnativo per gambe e fiato.

Il sentiero che passa dalla sorgente San Carlo viene utilizzato dai gestori della capanna Monza per rifornire il rifugio. La capanna si approvvigiona nella maniera più ecosostenibile del mondo: il mulo. E' un sentiero facile e senza particolari pendenze e accelerazioni, molto ben segnalato e nessuna possibilità di perdersi, quindi non date colpa a noi se vi ritrovano dopo sei mesi tra i boschi della maremma fidanzati con un cinghiale che forse non vi ama ma cucina bene.
Dopo un quarto d'ora di tragitto attraversato che avrete un ponte sul torrente arriverete alla fonte con le sue riposanti panchine e la sua frescura d'altri tempi. Ristoratevi come fece l'accaldato Petrarca sulle rive del rinascimentale Arno e rimettete in moto le chiappone.

Come dicevamo qualche riga sopra, per tutto il resto del tragitto resterete praticamente nel bosco ma dovrete passare a destra e sinistra del torrente guadandolo in continuazione. Non ci sono pericoli di sorta e, soprattutto d'estate si trova poca acqua, in primavera fate maggiore attenzione ai sassi su cui mettete i piedi ma l'unico pericolo che correte è quello di inzupparvi d'acqua fredda.

Dopo un'ora e mezza di cammino (due se le vostre condizioni rasentano l'obesità severa) lungo il sentiero giungerete nei pressi della vostra meta.
Durante i week end estivi la capanna Monza è estremamente frequentata anche perché è meta di arrivo e partenza dell'anello del Resegone, una via alpinistica che gira intorno alla montagna e ritrovo degli arrampicatori che si cimentano sulle vie lunghe della bastionata del Resegone, l'impressionante muro di roccia (dolomia se siete appassionati di geologia) che vedete alle spalle del rifugio.
In giugno il rifugio è la meta d'arrivo di una massacrante corsa a squadre conosciuta come Monza Resegone (sì, hai capito bene, partono da Monza e se la fanno di corsa fino al rifugio, poi arrivano e la maggior parte collassa) che ti sconsigliamo di prendere in considerazione per tutta questa vita e per la prossima.

Ben arrivati, la cucina è buona e la vostra fatica può essere tranquillamente ricompensata.
Ultimo avvertimento, se volete fare il Pra de Rat (a breve faremo un post su questa variante) evitate di farlo in discesa, non vi godreste il panorama e la discesa è molto più impegnativa della salita, soprattutto per veri neofiti.

Buona camminata!

PS
L'ho fatta tanto lunga per permettere di inserire più foto possibile della nostra fotografa Valentina, che ringraziamo immensamente per il lavoro e la passione.
La nostra amica si è giocata un già malandato ginocchio per portare a termine l'opera che le avevamo chiesto. Speriamo che la prossima volta le nostre foto siano degne di queste e le auguriamo di rimettersi in forze in modo da poter tornare a girellare con noi (rovinandosi ancora il ginocchio e permettendo così di mostrare il mio lato umano).








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